L’attuale Chiesa della Resurrezione, posta sulla sommità del monte Matenano, è sostanzialmente una costruzione postuma. Nel secolo XVIII, l’intero complesso delle opere architettoniche innalzate dagli abati Pietro e Ratfredo (castello, chiesa e monastero) fu giudicato inagibile a causa dei molti danni prodotti nel tempo dai terremoti, dalle frane e dai vari agenti atmosferici. La quasi totalità del materiale risultante dalla demolizione fu utilizzato per l’edificazione del nuovo tempio; altri reperti vennero utilizzati quale ornamento in interni di case private.
Chiamata comunemente il Cappellone, è ornata, in alto, da un bel fregio ripartito in nove spazi recanti al loro interno altrettanti bassorilievi: alle estremità sono rappresentati dei cerchi ma negli spazi centrali si scorgono una figura di volatile, un pugnale posto al centro di due rami di palme, una testa di leone e un gallo. I bassorilievi sono in terracotta e di epoca settecentesca, ma la figura del piccolo leone in pietra bianca è pensabile sia stata parte di una qualche struttura già facente parte dell’antica chiesa monastica.
L’imponente facciata della chiesa si eleva verso ovest. Nel mezzo è incassata la grande bifora in pietra bianca con archetti trilobati; la sovrasta un irregolare arco a tutto sesto anch’esso in pietra bianca.
Ad impreziosire l’interno della chiesa vi sono: l’“Oratorio degli Innocenti”, squarcio di vita e di squisita sensibilità artistica del quattrocento; pitture raffiguranti “La deposizione della Croce” rappresentata nella parete in fondo e “La raccolta della manna” nella parete sinistra; gruppo scultoreo raffigurante la “Resurrezione di Cristo” collocata al centro, dalla quale la chiesa stessa prende il nome.
Tutta la struttura in forma gotica può essere considerata l’unica esistente nel suo genere in tutta la nostra zona.

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