Il suo geometrico impianto urbanistico e la sua particolare collocazione geografica suggeriscono natali piuttosto recenti, natali di età moderna. La sua costruzione infatti ebbe inizio nel 1773, concludendosi a tempi di record nel 1779. Solo sei anni per la realizzazione di un intero borgo, il Castel Clementino, l’attuale Servigliano. Clemente XIV, lo stesso anno della sua nomina, inviò a Servigliano un tecnico, l’architetto Virginio Bracci, per verificare le reali condizioni del castello. Così, in seguito alla relazione presentata da Bracci, Papa Clemente XIV avviò l’opera di ricostruzione del nuovo borgo. In onore del Pontefice, il nuovo abitato prese il nome di Castel Clementino. Quello che sorprende quando si accede a Servigliano varcando una delle tre porte d’ingresso, è l’eleganza data dalla semplicità delle linee e delle geometrie, l’armonia regalata da un’ordinata divisione degli spazi. Progettata e realizzata con una precisa conformazione geometrica tale da farla paragonare ai modelli di città ideale propri dei trattati rinascimentali, la cittadina di Servigliano è stata edificata conferendole una leggera inclinazione, una pendenza di 1 cm per ogni metro, percettibile se, stanziando fuori dal castello, si guarda al borgo attraverso Porta Pia (detta anche Porta Navarra). L’assetto urbano della cittadina riprende l’antico sistema organizzativo romano costituito da cardi e decumani. Il cardo che unisce Porta Clementina (o Porta Marina) a Porta Pia, è l’asse che attraversa da nord a sud la cittadina. Il decumano invece, tagliando la cittadina da est ad ovest, è l’asse che da Porta Santo Spirito (o porta di Amandola) conduce alla Collegiata di San Marco. Nel punto in cui le due direttrici si incontrano, si apre la piazza del paese: Piazza Roma.

Its geometrical town plan and unusual geographical position suggests a recent development from a modern age. However, its construction began in 1773 and was completed in record time in 1779. It took just six years to create an entire village, named Castel Clementino, now Servigliano. In the same year of his succession as Pope, Clemente XIV sent a technician, the architect Virginio Bracci, to Servigliano in order to assess the conditions of the castle. Following Bracci’s report, Pope Clemente XIV launched the construction of the new village. It took the name of Castel Clementino, in honour of the Pontiff. On entering one of the three gateways to the village of Servigliano, the elegant simplicity of the lines and geometry, as well as the ordered division of spaces are astonishing. Planned and realised with such a precise geometrical shape as to be compared with models of ideal towns found in Renaissance works, the town of Servigliano was built on a slight inclination, a slope of 1cm for every metre. This is only perceptible if you look across Porta Pia (also known as Porta Navarra) from outside the castle. The urban layout of the village brings to mind the ancient Roman system of organisation made up of cardo and decumanus roads. The cardo road that unites Porta Clementina (or Porta Marina) with Porta Pia is the axis that goes from the north to the south of the village. The decumanus road, however, that travels from the east to the west of the village is the axis that leads from Porto Santo Spirito (or Porta di Amandola) to the Collegiate Church of San Marco. At the point where the two roads cross lies Piazza Roma.

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