I monaci giunsero nel Piceno da Farfa in Sabina al termine del IX sec., finendo per stabilirsi sul colle Matenano e circondandolo con una primitiva fortificazione, che costituirà un efficace sistema difensivo assieme a paesi limitrofi quali Montelparo, Montefalcone e Force. All’epoca fortificazioni sulle quali s’incentrava la difesa erano le torri: alte e svettanti, di forma quadrata, furono le prime ad essere costruite perché permettevano alcune linee di tiro. Qualcosa di simile dovette accadere alla cittadina di Santa Vittoria tra il 1236 ed il 1238, quando l’abate Odorisio, in carica di Podestà del Comune, decise di costruire una torre a difesa del nuovo abitato e completare l’edificazione della cinta muraria.
Con i suoi 28 m d’altezza e 4.50 m di larghezza alla base, si presenta al visitatore all’ingresso del centro storico. Il manufatto aveva per scopo le funzioni di avvistamento e difesa. Presenta la caratteristica architettonica della merlatura, costruite allo scopo di proteggere i soldati dagli attacchi degli arcieri e frombolieri nemici. Dai bordi inferiori dei merli si aprivano spesso delle “caditoie”, botole che consentivano di versare sul nemico olio o acqua bollente o effettuare lanci di pietre senza esporsi.
La porta-torre è singolare perché riunisce in un’unica soluzione costruttiva più funzioni: porta urbica, torre civica di rappresentanza e torre d’avvistamento. L’apertura era in origine più stretta ed è stata ampliata successivamente per adeguarla alle esigenze del traffico moderno.
Analizzando il lato occidentale della torre, si possono notare delle bombardiere alla francese e un’archibugiera, che aveva la funzione di disperdere i fumi della polvere da sparo e di prendere la mira senza eccessivi pericoli per il tiratore.

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